Arte medievale subalpina – Vol. VII

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Editore Bolognino editore
Anno aprile 2013
Pagine 156
Formato 11,5 x18 cm
Isbn 978-88-95704-51-7
Riepilogo

Aldo Moretto

Bolognino editore

«Aldo Moretto è nato e morto a Castellamonte, (1937-2012) nel suo amato Verde Canavese, dal quale non si è mai troppo allontanato. Era chiamato il Professore, perché per anni ha insegnato italiano e storia, ad Ivrea e a Castellamonte. All’insegnamento ha sempre affiancato lo studio e la critica d’arte, in particolare lungo un arco di tempo teso tra Medievo e Rinascimento. Pietra miliare della sua produzione saggistica è stato il volume Indagine aperta sugli affreschi in Canavese, edito nel 1973 da Richard…Negli anni ottanta Aldo Moretto ha continuato i suoi studi sull’arte in Canavese, rendendoli pubblici con articoli su riviste e giornali. Dopo la sua morte nel 2012, i suoi studi sono stati presentati al XIV convegno sul Medioevo in Ivrea e Canavese che si è svolto a Pavone nel maggio 2012, occasione che ha dato l’impulso a a pubblicare tutti gli articoli scritti da Aldo Moretto tra 2000 e 2011, per Il Risveglio Popolare. Gli articoli sono stati raccolti nel presente volume Arte medievale subalpina, ed è stato inserito nella collana Canavese 100 anni».

Il gotico internazionale in CanaveseIl declino del gotico internazionale in Canavese si può cogliere in due luoghi esemplari: a Valperga, nella chiesa di San Giorgio in castello; a Rocca, nell’Oratorio della Confraternita di Santa Croce. Ci riferiamo, per la chiesa gentilizia dei Valperga, innanzi tutto alla terza cappella della navata destra dove, sul muro di fondo, campeggia ad affresco, secondo i dettami del gusto cortese, la Grande madonna con il bambino in trono fra i santi. Il gruppo centrale , quello della Vergine con il Figlio, deriva dal modello firmato da Giacomo Jaquerio nel Presibitero di Ranverso. Con maggiore distensione sono visti i due santi Bartolomeo e Bernardo che presentano i donatori: rispettivamente Giorgio di Valperga, in giubbone foderato di pelliccia, e Margherita di Mentone, con le quattro figlie in giovanissima età. la gentildonna, identificata dallo stemma che riporta un leone d’argento in campo rosso con banda azzurra, si caratterizza per il copricapo a velo della moda fiamminga. Lo spazio pittorico è chiuso da una tenda dorata, bordata di vaio, retta dagli angeli reggi-drappo che scende fino all’arrampicato pavimento in cotto…